Sindrome coronarica acuta: il trattamento ipolipemizzante intensivo è da preferire al trattamento standard
La terapia con le statine, farmaci ipolipemizzanti, è in grado di ridurre il rischio di eventi cardiovascolari, ma non è ben definiti il livello ottimale di riduzione del colesterolo LDL.
Uno studio, che ha coinvolto 4162 pazienti ospedalizzati per una sindrome coronarica acuta, ha confrontato due approcci: uno standard ( Pravastatina/40 mg/die / Pravachol ) ed uno aggressivo ( Atorvastatina 80 mg/die / Lipitor ).
L’end point primario era rappresentato da: mortalità generale, infarto miocardico, angina instabile richiedente riospedalizzazione, rivascolarizzazione ( eseguita almeno 30 giorni dopo la randomizzazione ), ictus.
Il periodo osservazionale ( follow-up ) è stato in media di 24 mesi.
Il trattamento con Pravastatina ha prodotto livelli medi di colesterolo LDL di 95 mg per decilitro ( 2,46 mmol per litro ) contro i 62 mg/dl ( 1,60 mmol per litro ) dei pazienti trattati con Atorvastatina ( p < 0,001 ).
A 2 anni si è osservata una riduzione dell’hazard ratio del 16% a favore dell’Atorvastatina ( p = 0,005 ).
Le conclusioni di questo studio indicano che il trattamento intensivo con statine produce una maggiore protezione nei confronti degli eventi cardiovascolari e della mortalità generale rispetto ad un regime standard, nei pazienti con sindrome coronarica acuta. ( Xagena2004 )
Cannon CP et al, The New England Journal of Medicine, Early Release March 8, 2004
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